Holding e Beni ai Soci: Riepilogo Rischi Fiscali
Attenzione a come si usano le holding
Una holding di capitali che incassa dividendi e plusvalenze esenti può reinvestire tali utili in attività economiche senza incorrere in sanzioni. Questo include l’acquisto di aziende, immobili da mettere a reddito o altre partecipazioni.
Tale reinvestimento è considerato fisiologico e non costituisce abuso del diritto, neanche se i beni vengono locati ai soci a prezzi di mercato.
I problemi sorgono quando la holding utilizza questi utili, non distribuiti, per acquistare beni concessi in godimento ai soci gratuitamente o a un corrispettivo inferiore a quello di mercato.
In questo caso, scattano le norme sui “beni in godimento ai soci”: i costi diventano indeducibili per la società e per il socio si genera un reddito diverso tassabile.
Il rischio più grave, tuttavia, si manifesta quando i fondi usati per l’acquisto non derivano da apporti di capitale dei soci, ma proprio da questi utili non distribuiti.
Questa circostanza può configurare un’ipotesi di interposizione fiscalmente fittizia (art. 37, comma 3, DPR 600/73).
L’Amministrazione Finanziaria potrebbe cioè ritenere che i redditi, formalmente della società, siano in realtà nella materiale disponibilità dei soci.
Per contestare l’interposizione, deve essere però dimostrato un utilizzo prevalente degli utili societari per l’interesse personale dei soci, anziché per l’attività economica.
Se l’utilizzo per fini personali è solo marginale, l’applicazione dell’interposizione fittizia risulterebbe sproporzionata.