Il requisito fondamentale per una start-up innovativa, ai sensi dell’art. 25, comma 2, lett. $e)$ del DL 179/2012, è il divieto di distribuire utili, sia nel presente che nel passato, per poter beneficiare del regime agevolato. Questo divieto mira a garantire il reinvestimento degli utili nell’attività per lo sviluppo e il superamento della fase iniziale.
Secondo il parere del MISE n. 141349/2016, il divieto è circoscritto al periodo precedente e a quello coincidente con l’iscrizione nella sezione speciale del Registro delle Imprese. Di conseguenza, la perdita dello status di start-up innovativa autorizza la distribuzione degli utili, anche se maturati durante il regime di iscrizione.
Il divieto deve essere conciliato con il diritto al compenso degli amministratori (art. 2389 c.c.), il quale può essere costituito, in tutto o in parte, da partecipazioni agli utili. Questo aspetto è cruciale nelle start-up, dove spesso i soci sono anche amministratori e forza lavoro.
Una soluzione per evitare problemi è la rinuncia ai compensi per l’attività di amministrazione, a favore di un vero e proprio rapporto di lavoro con la società, con retribuzione allineata al CCNL. Questa scelta ha anche un impatto positivo sul requisito della forza lavoro “altamente qualificata” (art. 25, comma 2, lett. $h)$ n. 2 del DL 179/2012).
La Risoluzione dell’Agenzia delle Entrate n. 87/2014, in linea con il parere MISE n. 147538/2014, chiarisce che gli amministratori-soci possono rientrare nel computo della forza lavoro qualificata solo se sono anche soci-lavoratori o comunque hanno un impiego retribuito nella società “a qualunque titolo”, diverso da quello organico. Non rientrano i meri organi sociali che non siano anche “impiegati”.
Se l’amministratore svolge attività gestoria retribuita, il divieto non è violato se l’utile costituisce la ragionevole base di calcolo per il compenso o parte di esso. Tuttavia, l’operazione potrebbe essere considerata elusiva se la base di calcolo è priva di ragionevolezza, analogamente al riconoscimento di compensi fuori mercato.